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30 Dicembre 2021

Assunta Corbo: la giornalista che insegna la gratitudine

Il dono della gratitudine è una manifestazione d'amore capace di cambiare la vita.

"C'è sempre un motivo per essere grati", dal giorno in cui i miei occhi hanno incrociato il libro di Assunta Corbo con su scritto questa frase, non l'hanno più lasciata. É diventata una specie di motto che mi accompagna quando sono stanca, stressata e arrabbiata.

Assunta è una giornalista che reputo fuori dal comune.

La seguo sui miei canali social da un pò e ho avuto l'onore di conoscerla durante il corso di formazione bloginrete.

Attenta, profonda, empatica e disponibile: queste sono le caratteristiche che fanno di lei una bella persona oltre che una professionista stimata.

Sinceramente non ho una buona reputazione dei giornalisti, sono anni che per scelta non guardo il TG. Non mi piace il modo di raccontare fatti per allarmare la popolazione o creare paura. Con il Covid, peggio. Assunta non fa parte di questa categoria di giornalismo per questo sento che risuona sulle mie corde energetiche.

Con il suo Giornalismo Costruttivo ha rivoluzionato il modo di intendere le notizie, di raccontarle e di farle entrare nel cuore, oltre che nella testa, dei lettori.

Assunta parte dal problema ma...per arrivare a una soluzione, per dare uno spiraglio ottimista e una scelta che fino a quel momento non era stata valutata.

Racconta storie, si immedesima nell'altro, comprende emozioni e sentimenti che le sue mani trascrivono con gioia.

Inoltre, è un'autrice che ha fatto della gratitudine un pezzo fondamentale della propria vita.

Assunta Corbo ha scritto due libri su questo argomento, libri semplici che hanno un forte impatto emotivo sulla vita delle persone. Io per prima ho sperimentato quanto fosse potente essere grati, guardare l'altra faccia della medaglia anche solo per allontanare sensazioni spiacevoli e negative che si impadroniscono della nostra interiorità.

Grazie a lei che ho scoperto l'importanza del dono della gratitudine che oggi utilizzo anche nel mio percorso.

Assunta parla di storie, di empatia, di ottimismo, di relazioni.

Tutti temi a me cari.

Devo a lei la nascita della sezione "Storie di cambiamento" del mio blog. É nata da un'intuizione avuta durante la lezione in cui lei era docente.

Ho scelto di intervistarla perché, come è capitato a me, potesse, attraverso le sue parole, inviarvi tutta quell'energia ottimista e sana capace di incantarvi, di guardare alle relazioni e alla vita in modo diverso.

Chi è Assunta Corbo?

Sono una persona che vive di emozioni ed esperienze.

Ho imparato a vivere la vita per quella che è cercando di imparare a ogni passo, mettendomi in discussione e onorando i miei valori. Amo profondamente le relazioni: per me sono la nostra più grande opportunità per conoscerci.

Vivo di storie, mi nutro dei sorrisi altrui, credo fortemente nella condivisione e nella possibilità di procedere assieme a persone che hanno i miei stessi valori seppur esperienze differenti.

Sono donna e amo tutto ciò che è femminile. Sono moglie e mamma, figlia e sorella: la famiglia per me è sempre al primo posto. Inoltre, sono una giornalista innamorata del proprio lavoro perché la narrazione è il primo passo per evolvere.

gratitudine

La gente comune reputa i giornalisti come coloro che raccontano solo il falso o solo una parte vera delle notizie. Tu invece con il giornalismo costruttivo inviti i lettori a avere fiducia in voi e nelle vostre notizie. Quale valore aggiunto trasmette il giornalismo costruttivo?

Il giornalismo costruttivo ha un profondo rispetto per i lettori e le lettrici. Parte dall’idea che occorre conoscere certamente i problemi che vivono nella nostra società ma occorre anche offrire nuove prospettive e nuovi sguardi.

Servono soluzioni che si traducono in storie da raccontare non tanto per dare spazio al bello ma per dare spazio a ciò che è utile.

Essere costruttivi significa questo: essere onesti con i lettori e le lettrici, offrire ispirazioni concrete su come attivare il cambiamento e contribuire a creare una speranza concreta nel futuro.

Abbiamo bisogno di storie e il mondo è pieno di persone che stanno facendo qualcosa di utile per la comunità. A noi giornalisti l’opportunità di cercarle, ascoltarle e raccontarle al pubblico.

Nel tuo libro sulla gratitudine hai scritto che tre anni fa hai cominciato questo percorso di cambiamento. La gratitudine permette di migliorare la vita quotidiana.  Da cosa nasce questa tua certezza?

Semplicemente dall’esperienza.

La gratitudine mi ha incuriosita molto sin da subito. Ho letto di questo sentimento su libri di crescita personale e spirituale in un momento di difficoltà professionale per me.

Cercavo chiarezza, lucidità, entusiasmo. Ho portato la gratitudine nella mia quotidianità per diversi anni prima di iniziare a parlarne pubblicamente. Amo provare su di me ciò che poi racconto le persone. E da questi anni di allenamento sono nate le mie consapevolezze che poi sono state confermate dalle persone che ho incontrato sul mio cammino.

La gratitudine non tradisce. È un’alleata potente per il nostro percorso di vita.

Qual è stato un momento particolare della tua vita che ha cambiato il tuo modo di vedere le cose?

Ce ne sono diversi.

La vita è fatta di esperienze che servono per farci evolvere.

Credo che l’incontro con la gratitudine abbia rappresentato un grande cambiamento nella mia vita. Mi ha permesso di conoscere il senso della prospettiva in un momento in cui avevo capito che come stavo svolgendo il mio lavoro non mi piaceva più. Non mi sentivo sul percorso.

Credo che fosse, quello, un momento attivato da un’esperienza privata meravigliosa: la nascita di mia figlia Giulia. Quando è arrivata lei ho rimesso ordine nella mia vita riconoscendo che stavo togliendo energia e tempo a ciò che per me contava davvero. Ho rimesso ordine ai miei valori personali e ho iniziato a coltivarli, anche grazie alla gratitudine, fino a sentirmi più forte anche nella vulnerabilità e nella mia resilienza.

E poi ci sono stati tante delusioni di persone a me care: delusioni nate principalmente per le aspettative che io avevo messo in un rapporto che era di altra natura.

Succede.

In questo caso ho avuto un grande insegnamento dalla gratitudine: non aspettarti nulla, ma prova gioia per ciò che arriva.

Nel libro” dire fare… ringraziare: abbiamo sempre un motivo per essere grati” mi ha colpito una frase che recita: il segreto della gioia è l'attenzione al qui e ora. Quando una persona sta attraversando un momento di dolore, di sofferenza, di crisi come può provare gioia nel suo presente? In questo specifico caso la gratitudine può aiutare a risollevarsi dalle ceneri?

La gratitudine è utile proprio nelle difficoltà perché ci permette di ritrovare una forza e una lucidità che spesso ci mancano.

Esistono diversi studi del prof. Robert Emmons che mettono in luce come praticare la gratitudine sia un ottimo modo per connetterci con il qui e ora. Quando siamo grati non possiamo, in contemporanea, provare sentimenti di rabbia, paura, tristezza.

Ecco perché durante la giornata, e quando viviamo momenti di disagio, è importante fermarsi, respirare e connettersi con il proprio stato di gratitudine.

Basta un solo minuto per trovare quell’energia potente che può aiutarci: chiudiamo gli occhi, facciamo tre respiri, pensiamo a una persona verso cui proviamo gratitudine, immaginiamo di averla davanti ai nostri occhi e di dirle “grazie” con intensità. Inserire questo momento meditativo più volte nella giornata è un vero toccasana per la nostra serenità il nostro atteggiamento.

Non va dimenticato che essere grati ci rende entusiasti e ci porta a essere più produttivi e focalizzati nelle nostre attività. Oltre ad aiutarci a costruire relazioni più sane.

Rivolgo a te una domanda che hai fatto ai tuoi lettori:” se questo fosse il tuo ultimo giorno di vita, come lo passeresti”?

Questa domanda me la pongo spesso e mi ritrovo a vivere le mie giornate ideali con frequenza. Niente di particolarmente speciale: vorrei semplicemente stare con le persone che amo – mia figlia, mio marito, la mia famiglia d’origine e pochi amici – in un luogo qualunque.

La cosa importante è che sia un momento di gioia pura.

Mi rendo conto che questo è quello che cerco di fare spesso negli ultimi anni.

Un'altra parola che risuona con il mio lavoro e con il mio modo di costruire le relazioni è empatia. Cosa significa per te essere empatica? Come la utilizzi nel tuo lavoro di giornalista?

L’empatia è la connessione con altri esseri umani.

E per questo è, anche, la nostra opportunità.

Quando l’empatia è usata nella vita di tutti i giorni, ci fa sentire più connessi l’uno all’altro. E quando ci sentiamo connessi a chi vive intorno a noi ci trasformiamo in persone migliori.

Nel mio libro, Empatia Digitale, riporto un pensiero a cui tengo molto: “L’empatia è molto simile alla lettura della mente. Di fatto si tratta dell’abilità di mappare il terreno emozionale e mentale delle altre persone ascoltando le parole e osservando i movimenti del corpo”.

Essere giornalisti significa raccontare storie. Le storie raccontano di persone e di emozioni, di esperienze e di lezioni. Ogni volta che mi avvicino a una storia metto in atto l’empatia. Accade soprattutto nelle interviste che sono un’esperienza meravigliosa del mio lavoro.

Come colleghi l'empatia alla gratitudine? Mi piacerebbe che tu raccontassi degli esempi pratici della tua vita in cui empatia e gratitudine sono amici per la pelle.

La gratitudine ci rende più vulnerabili, più attenti e rispettosi degli altri, più altruisti e più generosi verso le persone.

Praticare la gratitudine ci permette di sentire la nostra ricchezza - materiale e spirituale - e questo ci permette di donarci alle altre persone. Non saprei definirti singoli momenti perché gratitudine ed empatia sono sempre con me.

Fanno parte di me in ogni singolo attimo della mia vita: quando scrivo una mail professionale, quando sono in coda alla posta, quando cammino per strada o mi relaziono con i miei familiari.

gratitudine

Posso dirti però, che mi rendo conto quando non sto attivando gratitudine ed empatia: solitamente sento un disagio fisico, ho pensieri non costruttivi e mi arrivano risposte e reazioni dagli altri che stonano con questi concetti. È allora che mi accorgo di dover intervenire e di dovermi riconnettere con la mia essenza.

Cosa consiglieresti a tutte quelle donne che pongono l'attenzione solo su ciò che non va bene nella propria vita? Come possono, in maniera concreta, inserire la gratitudine nella loro quotidianità?

Mi sento di dare tre suggerimenti che sono stati utili anche a me.

  1. Prendere nota di ciò che nella propria vita sta portando gioia e benessere. Proviamo a distogliere l’attenzione dalle difficoltà per un momento e guardiamo altrove: dove c’è bellezza, gioia, gratitudine, magia? Questo nuovo sguardo ci darà più forza per tornare ad affrontare le difficoltà trovando anche soluzioni.
  2. Non identificarci mai con la nostra difficoltà: di qualunque natura essa sia. Noi non siamo la difficoltà. Questa è un’esperienza attraverso la quale dobbiamo passare: non ci definisce ma ci può rendere migliori.
  3. Chiediamo aiuto. Noi donne facciamo fatica a farlo: chi può aiutarci a cambiare punto di vista? Chi ha vissuto la nostra stessa esperienza superandola? Chi ha strumenti che a noi mancano in questo momento?

Dove seguire Assunta Corbo

Facebook: https://www.facebook.com/assuntacorbo73

Instagram: https://www.instagram.com/assuntacorbogiornalista/

LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/assuntacorbo/

Visita il sito de suo giornalismo: https://news48.it/author/assunta-corbo/

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