Quando un amore finisce sono tanti i pensieri, gli interrogativi che girano per la mente. Diventano pensieri fissi intrecciati dalla difficoltà di accettare che tutto sia finito.
Perché proprio a me? Io continuo a amarlo.
Io non meritavo di essere trattata così.
Ho sbagliato tutto.
Possibile che non senta più nulla verso di me e non gli piaccio neanche un po’?!
Ho fatto anch’io gli stessi pensieri quando tanti anni fa mi sono sentita dire “Non ti amo più”.
Ero ancora una bambina per comprendere che ci sono sentimenti che cambiano, relazioni che non maturano e persone che costruiscono storie basate solo sul proprio bisogno di amare e essere amate.
In tutto questo frastuono di sentimenti e emozioni, che non avevo proprio voglia di ascoltare, c’era dentro di me la paura di rimanere sola, di non riuscire a trovare un altro uomo. Pensavo di essere talmente brutta che non sarei piaciuta più a nessuno.
La mia autostima mi aveva completamente abbandonata.
Pensavo in quel momento solo a rattoppare la mia storia per non sentire il dolore, quel vuoto che quell’uomo mi aveva lasciato.
Mi convincevo che fosse tutto normale.
Un amore finito è un dolore immenso per tutti che ci costringe a mettere da parte quell'idea di amore fiabesco per far spazio a una realtà diversa. Può accadere lentamente come una candela che si spegne oppure essere una doccia fredda di un sentimento che finisce all'improvviso. In ogni caso l'uomo si è evoluto al punto da poter affrontare la fine di un rapporto.
La nostra mente crede di non farcela perché quel dolore che sentiamo è così forte da volerlo strappare dal petto. Le giornate appaiono tutte uguali costernate da momenti tristi, anche un po' rabbiosi, che ci fanno ricordare i momenti belli anche sentire la difficoltà di un futuro ormai incerto.
Perché una relazione finisce?
Come superare un amore finito?
Come affrontare questo dolore e tornare a avere fiducia nel domani?
Indice dei contenuti
Sono tante le cause e motivazioni che portano a un amore finito.
Quelle sopra descritte sono le cause più comuni.
Ogni storia ovviamente è a sé per questo potrebbero aggiungersi tante altre cause che portano a chiudere la relazione. A volte si tende anche a non vedere pur di rimanere accanto alla persona che amiamo oppure non sappiamo se davvero la nostra relazione è arrivata al capolinea.
Ciò che fa la differenza è come ognuno reagisce a essa. Differenti motivazioni costituiscono differenti risposte emotive.
Inoltre, rimanere incastrati con il pensiero al passato consapevolizzandosi non aiuta a guardare il reale motivo per cui sia finito imparando qualcosa da esso.
Questo modo di approcciarsi alla situazione porta a sviluppare una profonda comprensione del ruolo che entrambi i partner hanno assunto generando la rottura. La coppia è formata da due individui attivi che con le loro azioni o comportamenti favoriscono la crescita o, al contrario, la fine di un amore.
Impariamo a prenderci la propria responsabilità senza giudizio.
L'obiettivo è costruire un' atteggiamento supportivo nei confronti di noi stessi mandando in vacanza il giudice interno.
Incominciamo con il chiederci:
Quali comportamenti hanno portato alla fine della relazione?
Quale ruolo ho messo in campo per portare a tutto questo?
Quale ruolo ha avuto l'ex?
Cosa o come potrò comportarmi in una reazione futura?
Sono risposte che potremmo anche scrivere sul nostro quaderno favorendo comprensione e consapevolezza dell'accaduto.
La fine di un amore è pur sempre un lutto.
Tutti quanti vorrebbero darci suggerimenti, consigli come se la fine di una relazione fosse una semplice passeggiata. Non esistono ricette o schemi preconfezionati, esiste solo il tempo per elaborare questo amore finito in modo da ritrovare la nostra serenità e continuare lungo il percorso di vita.
Impossibile accettare il dolore perché sarebbe come chiedere a un gatto di convivere con un topo senza mangiarlo. Invece, è assolutamente fattibile.
Siamo abituati a fuggire il dolore, a trovare un miliardo di escamotage pur di non sentire la solitudine, la mancanza e tutte le emozioni associate a un amore finito.
La soluzione non è fuggire ma accogliere il momento presente e il dolore associato a esso.
Dirci costantemente che la colpa è nostra, che potevamo fare di più o abbiamo rovinato tutto non ci farà riavvolgere il nastro ritornando a quando era tutto bello tra noi e il nostro ex.
La sofferenza non può essere evitata. La soluzione sta nell' impararla a gestire dando un nome alle emozioni che sentiamo.
Riconoscere le emozioni conduce a accogliere la sofferenza che stiamo vivendo adesso.
Le emozioni sono reazioni rapide del nostro corpo a eventi esterni o interni. Sono utili perché ci aiutano a capire cosa ci piace oppure no, a difenderci, a instaurare legami con gli altri. Siamo così abituati a esse che ci dimentichiamo di ascoltare, riconoscerle e accettarle.
Essere consapevoli delle nostre emozioni ci conduce a abbassare il loro grado di intensità soprattutto quando siamo in preda a emozioni spiacevoli.
Le emozioni sono tante, hanno svariate sfumature oltre che nome. Ansia, tristezza, disgusto, dispiacere, rabbia, fastidio, ecc... Esiste un bellissimo atlante delle emozioni che può aiutarci a individuare perfettamente ciò che sentiamo.
Chiediamoci in quale parte del corpo sentiamo quell'emozione.
Quale intensità ha su una scala da 1 a 10.
Poi poggiamo la mano sulla parte dove sentiamo l'emozione pensando di trasmettere calore, amore, accoglienza. Giorno dopo giorno essa cambierà la sua intensità lasciando spazio al benessere interiore.
Pensare e ripensare continuamente al passato è un atto involontario ma che ci blocca nella vita di tutti i giorni. La mente è così impegnata a rimuginare che diventa difficile concentrarsi in altri ambiti come casa, hobby, lavoro. Inizialmente sono pensieri molto presenti che incominciano a diminuire verso il secondo mese della fine della relazione. Combatterli oppure distrarsi per allontanarli può sortire l'effetto contrario.
Accettiamo che questi pensieri siano dentro di noi ma impariamo a trattare con loro.
Quando il nostro ex occupa la nostra mente diamo uno stop a tali pensieri rimandando questo preciso momento a più tardi. Non più di 10 minuti.
Interrompere questo vortice di pensieri è uno dei primi passi per diminuire la sofferenza.
Se le domande che affiorano nella mente non aiutano a stare meglio possiamo dirci che abbiamo fatto il possibile per mantenere la nostra relazione, ora però è il momento di concentrarsi su ciò che ci fa stare bene.
Il qui e ora è l'unica cosa certa che abbiamo a disposizione.
Il passato non possiamo cambiarlo mentre il futuro non sappiamo come andrà. Possiamo solo agire sul presente per indirizzare il nostro domani.
Una pratica che aiuta a vivere l'oggi è la mindfulness. Nome inglese che deriva dalla parola sati che tradotto dalla lingua Pali significa consapevolezza, attenzione al momento presente.
La mindfulness è vivere con consapevolezza ogni momento della vita, da quando ci alziamo a quando andiamo a letto.
Siamo così presi dalla vita frenetica di tutti i giorni che ci capita di mangiare, scrivere, cucinare e, contemporaneamente, di pensare a altro.
Grazie alla mindfulness saremo consapevoli di ciò che facciamo disattivando il pilota automatico. Il presente non è fatto solo di stati negativi anche di tutto l'ambiente che ci circonda. Prestiamo attenzione ai colori, agli oggetti, alle conversazioni. Così la nostra mente sarà impegnata in quel preciso instante senza vagare nella miriade di pensieri.
Ritagliamoci del tempo da dedicare alla scrittura in modo da focalizzare l'attenzione su noi stessi. Il diario sarà il nostro compagno fedele di viaggio.
Procuriamoci un quaderno con una copertina particolare o un semplice taccuino, agendina da portare sempre insieme. Non consiglio di scrivere sul cellulare perché attraverso la scrittura a mano raggiungiamo maggiore intimità, entriamo in connessione profonda con noi stessi.
Durante la giornata dedichiamo uno spazio temporale nel quale dedicarci a questa pratica.
Facciamo in modo che diventi un'abitudine. Basteranno poche righe.
Partiamo dal considerare come ci sentiamo, quali emozioni stiamo provando, quali sono le cose positive che ci sono accadute, quali azioni ci ripromettiamo di fare per superare il nostro amore finito.
Quando un amore è finito solitamente si tende a chiudersi in se stessi. Inutile dire che non è la mossa giusta per risollevarsi piuttosto dedichiamo il tempo a attività che possano rigenerarci. Spesso capita di non andare più in palestra, di stare più tempo a casa, di allontanare gli amici e di chiudere i rapporti con il mondo.
Invece, abbiamo proprio bisogno di tutto questo.
Abbiamo bisogno di alzare la nostra vibrazione sintonizzandola sull'onda della positività.
La lista delle cose da fare o delle situazioni da vivere per ricevere rinforzi positivi è lunga. Faccio alcuni esempi.
Possiamo comprare nuovi oggetti per la casa, fare una bella doccia, passeggiare sulla riva del mare, cucinare... Organizziamo il nostro tempo con l'obiettivo di trovare un nuovo equilibrio nella vita.
Affrontare una separazione in completa solitudine non è il massimo per questo vengono in aiuto gli amici.
Essere in compagnia degli amici giusti attiva particolari tipi di neuroni chiamati neuroni specchio che porteranno a imitare, provare quella bella sensazione che provano gli altri. Di conseguenza circondandoci di amici con cui sentirci di esser compresi, voluti bene ci permetterà di sentire interiormente una certa sicurezza per essere benevolmente contagiati nell'umore.
Le persone da scegliere devono essere capaci di ascoltarci senza darci troppi consigli.
Supportarci.
Ampliamo quanto più possiamo la nostra rete di amicizie evitando di appoggiarci solo sull'amica storica.
Attenzione anche a interessarci noi a loro!
Chiediamo come stanno, se ci sono situazioni di cui desiderano parlare.
Ognuno ha la propria vita, le proprie lotte quotidiane da affrontare e confidenze da fare perciò è indispensabile offrire anche il nostro ascolto.
Avere una famiglia che ci sostiene in questo momento particolare della nostra vita è una grande risorsa. I famigliari sanno comprenderci più di chiunque ma non tutte le famiglie sono uguali.
Esistono famiglie troppo giudicanti, vecchio stampo che reputano l'amore finito un atto di cui vergognarsi, peggio se combacia con la fine di un matrimonio. Sono famiglie troppo chiuse in cui non è possibile esprimere le proprie emozioni.
Confidiamoci con chi sentiamo più allineato a noi, con chi ha una buona dose di empatia nei nostri riguardi principalmente chi ha già vissuto quest'esperienza.
A volte si è anche di fronte a famiglie troppo coinvolte che fanno azioni non richieste o che non danno il tempo di riordinare le idee perché sono prese dai troppi consigli. Da tutto questo prendiamo le giuste distanze perché potremmo affondare ancora di più.
Inutile dire che se siamo noi genitori gli unici su cui non bobbiamo appoggiarci sono i figli, anche adolescenti.
Il genitore ha il tuo compito di proteggere.
Capita spesso di vedere figli adolescenti che danno ascolto e supporto agli adulti. In questo specifico caso c'è un'inversione di ruoli in cui è lasciata a loro la responsabilità di prendersi cura di noi. In questa fase prendiamoci cura di noi stessi per diventare modelli ai loro occhi.
I nostri figli beneficeranno del loro stare bene attraverso il nostro benessere.
La nostra società pone il fallimento sempre con nota negativa lodando solo chi è vincente. Un amore finito non è una sconfitta.
Pensarla in questo modo amplia quel sentimento di vergogna, abbassa l'umore e distrugge la propria autostima. Criticarci ci farà rimanere in uno stato negativo.
La nostra relazione è finita non per questo tocca sentirci falliti.
Assumiamoci le nostre responsabilità senza flagellarci o punirci per come è andata. Non esiste una ragione oggettiva per un amore finito solo un'insieme di gesti compiuti da ambo le parti.
Focalizziamoci su cosa ci ha insegnato quest'esperienza, quali azioni non ripetere in futuro, quale uomo non vogliamo più al nostro fianco e quale relazione vogliamo costruire.
Una sana alimentazione contribuisce sia al benessere del nostro corpo che della nostra mente. La prima cosa che ne risente dopo la fine della relazione è l'alimentazione. Ciò può avvenire in due modi.
Il primo con l'aumento del cibo che ingeriamo dovuto al processo calmante che porta con sé la digestione permettendoci di mettere a tacere le emozioni negative. La conseguenza sono le grandi abbuffate ingerendo molti cibi, anche poco salutari, che peggiorano lo stato emotivo oltre a aumentare le calorie ingerite.
Il secondo è l'opposto del primo perché avviene come diminuzione dell'appetito. Come si suol dire "si chiude lo stomaco" limitando l'apporto calorico dato al nostro organismo. La conseguenza sta nella diminuzione della concentrazione, siamo più irascibili e nervosi.
Che si tratti di sovralimentazione che di sottoalimentazione entrambi interferiscono con il funzionamento normale del corpo.
Per questo è fondamentale riuscire a controllare la nostra alimentazione anche chiedendo supporto a un nutrizionista.
Le linee guida da seguire per evitare di cadere ancora più in basso emotivamente sono:
L'esercizio fisico ha tanti effetti benefici sul nostro benessere psicologico tra cui aumentare la concentrazione, l'autostima e la nostra energia positiva. Ciò avviene grazie alla produzione di sostanze prodotte naturalmente dal nostro corpo come le endorfine. Ormoni destinati a essere antidepressivi naturali.
So che è difficile iniziare perché abbiamo poca voglia di farlo o poco tempo per farlo ma bastano 30 minuti al giorno per vedere i primissimi risultati.
Se la mente viene in nostro aiuto con un miliardo di scuse, noi siamo più forti dei nostri pensieri per combattere la pigrizia. Inizialmente si prova un po' di fatica, fastidio e l'idea di sacrificarci non ci piace, chiediamoci se sopportare tutto questo valga la pena. Assolutamente si perché potremo migliorare il nostro umore, la nostra vita e e salute psico-fisica.
Ecco alcuni suggerimenti che possono darci una mano per riprendere l'allenamento.
Un amore finito è un evento che modifica sia esteriormente che interiormente la persona come abbiamo potuto leggere in questo articolo per questo si dice che necessita di elaborazione.
L'elaborazione è una fase che richiede di ridisegnare la nostra vita, cambiare abitudini e costruire nuovi sogni. A volte si riesce soli altre volte si rimane bloccati per questo è suggerito un aiuto.
Un percorso personale sostiene la persona oltre a aiutarla affrontare la fine della relazione. Per saperne di più sul mio percorso "Libera la tua anima ribelle", clicca qui.
Mi chiamo Vanessa Pellegrino, con Emotionsophia aiuto le donne e le mamme a riconnettersi con la parte più profonda di sé recuperando il proprio potere personale.
Ogni mese riceverai una mail attraverso cui entrerai nel mio laboratorio e imparerai a trasformare le emozioni negative, pensieri e tutto ciò che t'impedisce di essere felice.
The form you have selected does not exist.